Il nostro Paese può vantare 7.500 km di coste e ben 57 porti di grande valore strategico, attraverso i quali ogni anno vengono movimentati di più di 450 milioni di tonnellate di merci e quasi 9 milioni di passeggeri.
Questi numeri possono aiutare a farsi un’idea dell’importanza delle strutture portuali e più in generale degli edifici realizzati in prossimità del mare, che hanno tutti un elemento in comune da non trascurare: l’esposizione continua, giorno e notte, ad un elemento ambientale particolarmente avverso e provante per i materiali da costruzione.
Per non parlare delle piattaforme offshore (e perché no, delle stesse imbarcazioni), costantemente a contatto con l’acqua salata, e dunque con l’azione corrosiva della salsedine.
Ora proviamo a considerare gli impianti che vengono installati nelle strutture appena descritte: è chiaramente indispensabile affrontare il problema in fase di progettazione, quando si valutano i materiali per la realizzazione delle tubazioni e degli altri elementi impiantistici.
L’acqua di mare sortisce i ben noti effetti corrosivi a causa del fenomeno dell’elettrolisi: un ruolo chiave nel processo è legato anche ai fattori ambientali che ne sono catalizzatori, ovvero temperatura e umidità.
Al crescere della temperatura, infatti, la reazione chimica accelera; e anche l’umidità favorisce il fenomeno, perché deposita su qualsiasi materiale un sottile velo di vapore acqueo che funge da conduttore per l’azione elettrolitica in corso.
Il problema può essere però superato selezionando adeguatamente i materiali da costruzione: tornando a parlare di impianti – pensiamo ad esempio alla distribuzione idrica – la soluzione più adeguata è quella di un sistema multistrato.
Il multistrato, infatti, è inattaccabile sia dall’azione atmosferica esterna, sia dai fluidi trasportati (l’acqua di mare può essere utilizzata negli impianti per la gestione delle zavorre).
Ulteriore elemento a favore del multistrato è la sua leggerezza: le tubazioni in acciaio, infatti, pesano dieci volte tanto.
Negli edifici, questo si traduce in un alleggerimento dello staffaggio e una semplificazione logistica in cantiere.
Sulle navi invece, un impianto dal peso ridotto ha ovvie implicazioni, per quanto contenute, su consumi e prestazioni. In qualche misura, si abbassa anche la linea di galleggiamento, fattore economicamente rilevante nelle imbarcazioni turistiche.
Ma il multistrato non è tutto uguale...
I nostri sistemi multistrato sono certificati non solo per le applicazioni più tradizionali, come il trasporto di acqua potabile, ma anche dai principali enti marittimi per quanto riguarda l’installazione a bordo delle imbarcazioni...
Nelle gamme Pexal e Mixal, il materiale plastico utilizzato sia per lo strato interno che per quello esterno è immune alla corrosione, e rappresenta la migliore alternativa alle tubazioni metalliche.
A completamento del sistema, per uniformità di materiale e tecnologia, sono disponibili tre linee complete di raccordi in materiale plastico (PPSU per la precisione): Pexal Easy, il raccordo a passaggio totale; Bravopress, per gli installatori che preferiscono il sistema a pressare; Pexal XL per realizzare impianti fino al diametro 110 mm.
Le tubazioni multistrato sono immuni alla corrosione e rappresentano la migliore alternativa alle tubazioni metalliche anche per la leggerezza dei materiali, che a bordo di un'imbarcazione si riflette su consumi e prestazioni.
Non c’è limite tecnologico alle potenzialità impiantistiche della combinazione di tali soluzioni: da oltre 30 anni la nostra tecnologia multistrato risponde a qualsiasi esigenza tecnica e normativa, in più di 100 Paesi, in tutti i continenti. E, soprattutto, in qualsiasi contesto: da quello industriale, a quello civile e residenziale.
Non è un caso se rappresenta la soluzione più comune anche in ambito ospedaliero, dove oltre ad affidabilità e prestazioni, è necessaria anche la tolleranza degli impianti ai trattamenti di sanificazione, atti a garantire proprio la salubrità e la piena efficienza dei sistemi di distribuzione idrica.